martedì 17 gennaio 2012

goodnight

cruise ship sinks in Italy, audio and video

LA REPUBBLICA

http://video.repubblica.it/edizione/firenze/la-capitaneria-a-schettino-torni-subito-a-bordo/85914/84303


http://video.repubblica.it/dossier/naufragio-giglio-costa-concordia/la-capitaneria-a-schettino-ma-con-100-persone-a-bordo-lei-abbandona-la-nave/85919?video=&ref=HREA-1

http://video.repubblica.it/edizione/firenze/la-capitaneria-il-comandante-non-ha-dato-l-allarme/85921?video=&ref=HREA-1
http://www.repubblica.it/cronaca/2012/01/17/foto/costa_concordia_i_sommozatori_piazzano_le_microcariche-28271418/1/?ref=HREA-1

http://www.repubblica.it/cronaca/2012/01/17/news/concordia_indagini_tre_filoni-28263628/?ref=HREA-1



CNN


http://edition.cnn.com/2012/01/17/world/europe/italy-cruise-main/index.html?hpt=hp_t1

NON SERVE A NIENTE FARE ATTENTATI CONTRO EQUITALIA, NON RISOLVE NULLA, LA SI DEVE SOLTANTO CHIUDERE

cronaca ora per ora

Le notizie del giorno
17.1.2012

Napoli, tre ordigni davanti alla sede di Equitalia
A Roma spuntano dei manichini "impiccati"

Le esplosioni non hanno provocato feriti né gravi danni.

06:47 - Tre ordigni sono scoppiati ieri sera davanti alla sede di Equitalia a Napoli, provocando fortunatamente solo danni ai vetri e alle saracinesche. Contro la sede, un mese fa, era staato lanciato un potente petardo. Dei manichini "impiccati" sono stati collocati nella notte davanti alla sede di Equitalia di via Aurelia, a Roma. L'associazione di destra Roma Nord ha rivendicato il gesto.
A Napoli le esplosioni hanno provocato la rottura dei vetri e danni alle saracinesche, ma non hanno causato feriti. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e le forze dell'ordine.


Manichini impiccati a Roma, gesto rivendicato
L'associazione di destra Roma Nord ha rivendicato il gesto eclatante davanti alla sede di Equitalia di via Aurelia. "I militanti - si legge in una nota dell'organizzazione - hanno appeso sulle vetrate alcuni manichini 'impiccati' per protestare contro i metodi di riscossione della societ… dell'Agenzia delle Entrate". "A seguito delle preoccupanti notizie sui numerosi suicidi per debiti dovuti nei confronti delle istituzioni varie - si legge ancora nel comunicato lasciato sulle vetrate degli uffici di Equitalia - Roma Nord con un'azione dimostrativa manifesta lo sdegno nei confronti dei metodi intimidatori e violenti di riscossione coatta utilizzati prendendo la sede di Equitalia come simbolo di questa, ormai tristemente comune, pratica".

QUANDO UNO E' IN POLITICA COL VOTO DI SCAMBIO E' CORROTTO DALLA TESTA AI PIEDI, CARO MASSIMO PONZONI

http://milano.repubblica.it/cronaca/2012/01/16/news/pirellone_nuova_bufera_giudiziaria_arrestate_l_ex_assessore_ponzoni-28209288/?ref=HREC1-4

direi che quando si scherza si scherza, ma la situazione in italia è tragica. non c'è niente di peggio di un politico, che cerca il sostegno nei voti della criminalità organizzata, la ndrangheta in questo caso. Guarda caso sempre il PDL in mezzo. Berlusconi, e la sua cricca, con Formigoni in testa in Lombardia, .... Hanno portato l'Italia allo sfascio. perche' il centro destra in italia è marcio dalla testa ai piedi, e Casini se si accoda di nuovo a berlusconi è un grandissimo ingenuo. Non degno di portare il simbolo della Democrazia Cristiana
Dicesi per voto di scambio

Il voto di scambio è quando un politico si candida col supporto di soggetti, che in cambio di voti chiedono favori... forme più gravi, quanto efficaci, di "voto di scambio" sono quelle per cui viene sfruttata, nel corso di consultazioni elettorali, l'influenza che gli ambienti mafiosi esercitano su gran parte della popolazione per far confluire i voti su una determinata parte politica che ha favorito, con leggi o con la concessione di appalti per la costruzione di opere pubbliche, lo sviluppo delle attività imprenditoriali della mafia. Questo fenomeno ha avuto inizio alla fine degli anni cinquanta quando la mafia si è trasformata in una grossa azienda multinazionale e si è radicata nel settore delle costruzioni e della finanza internazionale. Questo ovviamente può avvenire anche in maniera meno grave, attraverso gruppi che hanno una qualsiasi influenza, imprenditori, enti religiosi, sindacati, associazioni; ciò che però rende l'atto illegale e spregevole è l'abuso di potere teso a elargire favori, spesso illegali, in cambio del voto o anche la coercizione al voto da parte di chi ha, non un'influenza, bensì un potere sociale che gli permette il ricatto.

Torpignattara, suicidio o vendetta

Torpignattara, suicidio o vendetta
Si indaga sulla criminalità cinese/
Video

Indagini su uno dei killer di Joy e Zhou trovato impiccato in un casolare a Boccea. Complice ricercato in Francia


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di Valentina Errante e Paola Vuolo
ROMA - Lo stavano ancora braccando. Senza sosta, con i blitz e una caccia aperta in tutta la città. E quando domenica i carabinieri sono arrivati in quel casolare, al quattordicesimo chilometro di via di Boccea, non si aspettavano di vedere penzolare con un cappio stretto al collo il corpo di Mohamed Nasiri, classe ’81, uno degli uomini più ricercati. Uno dei due magrebini che la sera del 4 gennaio ha aggredito Zhou Zheng a Tor Pignattara, quella rapina finita con la morte dell’uomo e della sua bambina di 9 mesi.

Mohamed è il più giovane dei due marocchini che volevano rubare i soldi alla coppia di cinesi e hanno finito per uccidere. Ha solo piccoli precedenti, lesioni, droga e ricettazione. Il complice, la presunta mente dell’agguato, presumibilmente è già all’estero. Forse in Francia. E’ lì che lo cercano. Una corda bianca, nuova, appesa a un gancio a quattro metri d’altezza e, ai piedi dell’uomo, un mobile basso, troppo basso, a fare da scala. Poi, oltre a una bottiglia di ammoniaca, a quella di latte, a una confezione di pane affettato, a un contenitore con succo di pompelmo, le buste di veleno per topi. Quelle che fanno nascere i sospetti e pensare che Mohamed, forse, non si sia suicidato. Nella tasca dei jeans aveva 300 euro e lo scontrino di un ferramenta, forse è lì che ha comprato la corda. Porta la data del 9 gennaio, quando Mohamed avrebbe comprato anche un coltello da cucina. Così dicono i carabinieri.

I militari del nucleo investigativo erano stati sulle sue tracce fino a pochi giorni fa, ma Mohamed era sempre riuscito a seminarli, ce l’aveva fatta per poco. O forse gli investigatori avevano sperato fino all’ultimo che potesse incontrare da qualche parte il complice, per sorprenderli insieme, e avevano deciso di non intervenire. Così avevano seguito il cellulare, fino al 9 gennaio, quando il segnale era sparito. Perché Mohamed aveva spento il telefonino trovato ai piedi del suo cadavere.
Ed ecco quella chiamata, arrivata dopo l’allarme lanciato da alcuni ragazzi appassionati di Softair: erano andati nel campo, vicino al casale per allentarsi, per sparare con i fucili ad aria compressa, come facevano sempre. Sul terreno c’è ancora un mare di pallini bianchi. E invece gli appassionati di simulazioni militari hanno trovato un cadavere, quello di Mohamed. Dietro al capanno con quel cartello: «Basta con i giochi di guerra».

L’uomo che dal 4 gennaio fuggiva e insieme al suo complice era stato immortalato dalla telecamera di una banca dopo quella maledetta rapina, aveva scelto di abbandonare i 16 mila euro rubati, il bottino costato la vita alla piccola Joy. Non è mai stato del tutto chiaro neppure il motivo di questa scelta. Il panico, le macchie di sangue sulle banconote, o forse l’idea di riprendere il denaro in un altro momento. I carabinieri del comando provinciale non hanno dubbi sul suicidio, spiegano di avere rintracciato anche il titolare del ferramenta. L’uomo avrebbe riconosciuto la foto segnaletica di Mohamed. E dice di ricordare quel magrebino che alcuni giorni fa si era presentato a comprare la corda per farla finita. Ma non basta. Perché la scena del delitto deve ancora essere ricostruita.

Ieri il vertice in procura è cominciato nel tardo pomeriggio, il procuratore vicario Giancarlo Capaldo, l'aggiunto Pierfilippo Laviani, il capo del reparto operativo Salvo Cagnazzo, il capo del nucleo investigativo dei carabinieri Lorenzo Sabatino, hanno consegnato la versione ufficiale: suicidio. Ma le indagini sono aperte. Sull’identità di Mohamed non ci sono dubbi: la foto, le impronte, i parametri antropometrici. Coincide tutto. E’ lui che stavano cercando e non hanno fatto in tempo ad arrestare. Adesso sarà l’autopsia a stabilire come sia morto.