mercoledì 28 novembre 2012

EMERGENZA SCUOLA

l'altra sera al convegno cgil abbiamo discusso, in modo approfondito dei problemi della scuola, con i problemi della gelmini prima e di fioroni poi, diciamo che le nostre scuole hanno subito un forte ridimensionamento. come ho gia detto l'altro giorno, aumento di ore di lezione, mancato riassorbimento dei precari, i vecchi che non vanno in pensione, eccetera eccetera. in sintesi cosa si propone il sindacato lavoratori della conoscenza. per combattere sopratutto l'abbandono, sin dalle scuole medie, sopratutto in regioni come campania, calabria e sicilia. ci si propone innanzitutto di alzare il livello di istruzione a 18 anni, poi il docente deve tornare la figura centrale, deve essere valorizzato. si deve ripartire da chi nella scuola ci lavora. e da ciò bisogna rinnovare il contratto nazionale del lavoro. invertire queste politiche di disinvestimento. e cercare di tornare ad investire nella scuola, che rappresenta il nostro futuro. come si diceva, la riforma gelmini, non ha funzionato, c'è stato un massacro delle regole, sono entrate in vigore molti mesi dopo le iscrizioni. si è proseguito senza le classi di concorso, le sperimentazioni sono state buttate a mare, e sopratutto l'abbandono della scuola, contribuisce in modo significativo all'esclusione dello studente dalla vita sociale. secondo le previsioni soltanto un impiego su dieci, sarà alla portata di chi lavora. noi abbiamo il primato europeo di giovani che non lavorano, e non studiano..e sono oltre due milioni, un'emergenza che è destinata ad aggravarsi, a causa del precedente governo berlusconi, dicevo abbassamento dell'età dell'obbligo scolastico, i tagli. L'eurostat conferma che i ragazzi italiani tra i 20 ed i 24 anni in possesso di un diploma sono 73 su 100, per cui diventa essenziale l'innalzamento dell'obbligo scolastico, al fine di dare un accellerazione al nostro sviluppo.. in altri paesi europei l'obbligo di istruzione è stato innalzato, e anche di parecchio, le statistiche dicono, che entro il 2020, almeno il 40 per cento dei giovani, dovrà avere un diploma, qui da noi si lascia la scuola senza avere competenze specifiche per il mercato del lavoro, bisogna:

-garantire unitarietà del percorso scolastico, almeno fino ai 18 anni in un percorso imperniato sulle discipline comuni;

-Parità dei percorsi;

-continuità spaziale e temporale;

-sopprimere la ripetizione dell'anno che è inefficace;

- evitare scelte precoci

-allocare i finanziamenti in funzione dei bisogni degli alunni e investire a livello di scuola di infanzia

Bisogna dare oltretutto spazio alle scuole professionali, per dare modo a chi non vuole studiare di imparare un mestiere, con una forte governance nazionale del sistema educativo. ci vuole oltretutto una programmazione dell'offerta formativa e la formazione di istituti polivalenti, istituti con piu' indirizzi basati su programmazione, di ambito territoriale su rete scolastica, come ho detto prima, diminuire le classi pollaio, con un massimo di 25 alunni, aumentare le ore di laboratorio, attrezzare gli istituti con piu' computers ed altre attrezzature didattiche, dare una nuova professionalità ai docenti, che con il blocco dei contratti si è andata eliminando, un profilo unitario dei docenti che preveda percorsi fortemente differenziati. poi serve modularità nelle organizzazioni delle ore di lezione, organizzazione dei percorsi di studio, poi ristrutturare gli istituti, sopratutto per il rischio sismico... con un piano straordinario di interventi, piu' finanziamenti alle scuole pubbliche e meno a quelle private. bisogna eliminare gli orientamenti della gelmini che miravano soltanto a tutelare la scuola pubblica, poi bisogna dare piu' fondi, per le ore eccedenti, per le supplenze, l'indennità di funzione e di reggenze. poi bisogna dare un tetto al dimensionamento delle scuole, perche' si prevede che dall'anno prossimo ogni scuola sarà sopra i mille studenti. abbiamo il rischio che un preside si occupi di piu' scuole come per esempio istituzioni dei due cicli, che hanno meno di 600 alunni affidate ad altri dirigenti scolastici. cercare di dare centralità di nuovo al personale ata, non ricorrendo piu' ad imprese di pulizia esterna... ma per fare una cosa del genere occorrerebbe sopratutto disporre delle risorse della legge 440/97, oggi ridotte al lumicino ..... ... qui' si rischia, andando su questa strada, la fine del diritto allo studio, con il conseguente disimpegno dello stato, e una disparità incolmabile tra scuole pubbliche e private... a tutto questo occorre porre rimedio, riformando la scuola dalla testa ai piedi...

Caputo Luca