giovedì 23 febbraio 2012

Signor presidente del Consiglio che non c’è






Signor presidente del Consiglio che non c’è, caro Monti. L’Italia dei Valori non vota la fiducia perché siamo contrari a questo provvedimento sia nel merito che nel metodo. Tutto mi si sarei aspettato tranne che di parlare anche con lei a una sedia vuota come facevo quando contestavo Berlusconi, un presidente del Consiglio che metteva la fiducia e se ne fregava andandosene lasciando i banchi sostanzialmente vuoti. La situazione ora è analoga. Con tutto il rispetto per il Sottosegretario D’Andrea, stiamo parlando della fiducia che il governo chiede alla Camera.
Quello di oggi non è stato un voto di fiducia però: è stato come dire “se non volete andare tutti a casa votate la fiducia, o abbozzate e mangiatevi questa minestra”.
Questo Parlamento non ha la fiducia del governo e quindi questo invoca il voto di fiducia per coprire la propria incapacità di legiferare. Il governo non c’è, stanno tutti a mangiarsi i cornetti, quello che si decide lo si decide fuori. I parlamentari sono soldatini che devono alzare la mano senza neanche sapere quello che votano. Molti di quelli che ora stanno in maggioranza erano all’opposizione l’anno scorso e votarono contro il milleproroghe ritenendolo una minaccia alla democrazia: ora lo votano e basta.
Qui non si tratta di fiducia al governo, ma di un Paese che non ha fiducia nè nel Parlamento nè nel Governo. Il governo Monti non sta affrontando il paese reale ma semplicemente ambisce alla quadratura dei conti nell’interesse di una piccola casta di banche, finanza e imprenditori.

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