domenica 27 novembre 2011

Berlusconi: "Impegno contro i comunisti" Ma La Lega ribadisce: "Alleanza finita"

noto con disappunto, che il cavaliere non si arrende, e il ritornello è sempre lo stesso. difendere il paese dai comunisti, quando noi sappiamo benissimo che la politica la usa, e l'ha sempre usata per i suoi affari personali....i processi, le sue aziende, io comunque non credo che ceda il posto ad alfano, alle prossime politiche, la sua è solo una mossa di facciata

 

 

PDL

Berlusconi: "Impegno contro i comunisti"
Ma La Lega ribadisce: "Alleanza finita"

L'ex premier interviene assieme al segretario al convegno veronese di Giovanardi. Dal palco, evoca ancora una volta la minaccia "rossa" e lo scenario cupo di uno Stato di polizia tributaria. "Per questo siamo stati, siamo e saremo in campo: per garantire la libertà dei nostri figli"

VERONA - Silvio Berlusconi apre la rincorsa del Pdl alle prossime elezioni facendo chiarezza sulle sue strategie, prospettando per se stesso un ruolo al servizio del partito e per Angelino Alfano quello da candidato premier. "Non lo so se sarà lunga" la campagna elettorale, ma "dobbiamo essere pronti. Io lavorerò dietro le quinte". Così l'ex premier ai giornalisti, al termine del suo intervento al convegno dei Popolari liberali organizzato da Carlo Giovanardi a Verona, durante il quale indica in Alfano il "futuro in buone mani" del Popolo della Libertà.

Accompagnato dal segretario del Pdl, Angelino Alfano, Silvio Berlusconi fa il suo ingresso al convegno circondato da un'accoglienza trionfale, salutato dal coro "Silvio, Silvio" e da un lungo applauso. Poco prima, assieme a Giovanardi e Alfano, si era soffermato a guardare tutte le spillette con slogan contro l'uso della droga, e Giovanardi aveva appuntato sulla giacca dell'ex premier e del segretario del Pdl due spillette che recitano: "Love, no droga".

Prossime elezioni. Dal palco, Berlusconi esordisce parlando subito della lunga corsa alle prossime elezioni. "Raddoppierò l'impegno per quanto l'organizzazione del partito - dice l'ex premier -. E per il nostro futuro e per la vittoria che dobbiamo conseguire siamo in ottime mani" aggiunge Berlusconi, facendo chiaro riferimento ad Alfano, che gli aveva appena ceduto la parola. "Stiamo già lavorando per disporci capillarmente
in tutta Italia - spiega ancora Berlusconi -, per creare dei team elettorali in tutte le sezioni, per arrivare dappertutto attraverso Internet, per scrivere il programma, frutto del nostro lavoro".

I comunisti. "Siamo convinti - prosegue Berlusconi - che i nostri valori sono i migliori per la famiglia. Siamo convinti che la sinistra non sia matura, che il partito democratico, figlio o nipote del Pci, non sia un partito social-democratico. Noi siamo convinti che lo Stato deve essere al servizio del cittadino. Loro credono il contrario. Per questo dobbiamo continuare a combattere per la nostrà libertà".

"Siamo scesi in campo nel '94, lasciando anche i mestieri che ci appassionavano, perché non volevamo che il Paese cadesse nelle mani dei comunisti - ricorda l'ex presidente del Consiglio -. Purtroppo si cerca di far passare nel dimenticatoio questa tragedia, ma noi ce la ricordiamo perché è stata la tragedia, quella del comunismo, più disumana e criminale per la storia dell'uomo".

Lo stato "fiscale". Dopo la minaccia "comunista", Berlusconi evoca ancora una volta anche il rischio di uno Stato di polizia tributaria, criticando l'obbligo del pagamento elettronico sopra una soglia di 300 euro. "In una norma del genere c'è insito il pericolo reale di uno stato di polizia tributaria. E' il contrario dello stato di diritto nel quale vogliamo continuare a vivere". 

"Per questo scesi in campo nel '94", ribadisce l'ex premier, "per questo siamo stati, siamo e resteremo in campo. Per garantire ai nostri figli di poter vivere in un Paese democratico e libero. Con tutte le nostre forze, come un partito che ha la carta della democrazia, come Popolo della Libertà, per garantire a ciascuno di noi un futuro di libertà e prosperità".

Un intervento breve, quello di Berlusconi, che restituisce la parola ad Angelino Alfano, il "futuro" in "buone mani" del Pdl. E il segretario ringrazia smontando il teorema che la crisi dei mercati, dell'euro, dell'Europa e del dollaro dipendesse dal solo Berlusconi. E che, rimosso l'ex premier, la tempesta si sarebbe calmata.

L'alleanza con la Lega. "Dietro le quinte", Berlusconi racconta di un'alleanza con la Lega assolutamente "solida", al di là dell'essersi divisi tra sostegno al governo Monti (Pdl) e dura opposizione (Lega). "L'alleanza non può essere assolutamente resa più deboli con questi ultimi accadimenti e con il governo dei tecnici - si dice sicuro Berlusconi -. I motivi dello stare insieme sono importanti e direi decisivi per il futuro del Paese. Saremo certamente alleati anche alle prossime amministrative". Parole smentite immediatamente da Roberto Calderoli, leader del Carroccio, che chiosa: "L'alleanza a livello nazionale non può essere solida perchè non esiste più".

Il piano dell'Fmi. Ai giornalisti che gli chiedono dell'esistenza di un piano del Fondo monetario internazionale per salvare le banche italiane, Berlusconi risponde: "Il piano che conoscevo io abbiamo ritenuto che non fosse adeguato e, quindi, abbiamo chiesto al Fondo Monetario Internazionale di valutare quello che noi avevamo in animo di fare, cioè le misure concordate con la Commissione europea e con l'Eurogruppo. Abbiamo chiesto solo quello. La possibilità che l'Fmi entri in campo per dare un supporto all'Europa, alla Spagna e all'Italia, è un qualcosa che non conosciamo ancora".

Nessun commento:

Posta un commento