Nuovi e pesantissimi tagli ai treni di lunga percorrenza dal 12 dicembre
prossimo venturo si abbatteranno sulla Calabria, sulla Sicilia e sulla
Puglia, continuando ad isolare il Mezzogiorno dal resto del Paese con
una responsabilità evidente e senza scuse della Società Ferrovie dello
Stato e del Governo Nazionale che ha ridimensionato drasticamente le
risorse per il 2012 sul trasporto ferroviario.
Ecco nel dettaglio i treni che verranno tagliati:
• Intercity notte 782 Reggio Calabria (13,55) Milano (8,20);
• Intercity notte 785 Milano Centrale (23,00) Reggio Calabria (18,05);
• Exp notte 891 Roma Termini (22,25) Reggio Calabria (6,35);
• Exp notte periodico 1665 Torino Porta Nuova (21,45) Reggio Centrale (12,25);
• Exp 1926 Palermo Centrale (14,32) Milano Centrale (10,30);
• Exp 1927 Milano Centrale (20,15) Palermo Centrale (15,40);
• Exp 1943 Torino Porta Nuova (20,05) Palermo Centrale (17,40);
• Exp notte 1951 Roma Termini (20,00) Siracusa (7,00);
• Exp notte 1964 Siracusa (22,00) Roma Termini (9,00);
• ES 9380 periodico Reggio Calabria (16,35) Roma Termini (23,15);
• ES 9386 periodico Reggio Calabria (16,25) Roma Termini (23,15);
• Exp 1594 periodico – auto al seguito Reggio Calabria (16,15) Bolzano (10,10)
• Exp 1595 periodico – auto al seguito Bolzano (18,47) Reggio Calabria (10,55);
• Exp notte 1641 periodico Milano centrale (22,15) Crotone (13,50);
• Exp notte 1644 periodico Crotone (18,25) Milano Centrale (10,05);
• Exp 1681 periodico auto al seguito Venezia Mestre (20,18) Villa San Giovanni (10,55);
• Exp 1682 periodico auto al seguito Villa San Giovanni (21,30) Venezia Mestre (13,12);
• Exp 1930 Palermo Centrale (15,32) Venezia S. Lucia (11,18);
• Exp 1931 Venezia S. Lucia (19,09) Palermo centrale (1410);
• IC 99061 periodico Roma Termini (12,39) Palermo centrale (23,59);
• IC 99062 periodico Palermo Centrale (12,00) Roma Termini (23,21).
Questo
stillicidio comporterà, ovviamente, oltre ad una contrazione del
personale occupato, una ulteriore riduzione di servizi essenziali per i
passeggeri e, soprattutto, l’aumento delle distanze fra la Calabria, il
Mezzogiorno ed il resto del Paese.
C’è una responsabilità evidente
sia delle Ferrovie dello Stato che non investe nel Sud e ragiona come
una società privata che pensa solo al profitto, sia del governo
nazionale che, attraverso i tagli delle risorse fino al 70 per cento per
i prossimi anni, marginalizza le aree deboli e le priva di qualsiasi
prospettiva di sviluppo. Appare evidente che rispetto a queste decisioni
ci aspettiamo energiche e concrete prese di posizioni di tutti i
soggetti istituzionali calabresi, a cominciare dalla Giunta regionale e
dai sindaci dei cinque capoluoghi calabresi, per far recedere ferrovie
dello stato da queste decisioni che cancelleranno i requisiti minimi per
una mobilità sostenibile e civile in una regione già debole come la
Calabria. Occorre una reazione forte e decisa. Noi faremo la nostra
parte.
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