IL MISTERO FITTO DELLA TRATTATIVA STATO MAFIA,
IL COINVOLGIMENTO DI BERLUSCONI E DELL'UTRI NELLE TRATTATIVE CON COSA
NOSTRA, LA CORRUZIONE IN PARLAMENTO. CE NE SAREBBE DI CARNE AL FUOCO,
COMUNQUE, QUESTE VICENDE SECONDO ME SONO STRETTAMENTE CONNESSE
MAFIA-TANGENTI-CORRUZIONE POLITICA, SONO COSE CHE VENIRONO FUORI ANCHE
DALL'INDAGINE CHE TONINO Antonio Di Pietro AVVIO' A MILANO NEL 92 SI COMINCIARONO A SCOPERCHIARE GLI ALTARINI, TRA CORRUZIONE, LA PRIMA REPUBBLICA E' STATA CHIUSA IN MODO DAVVERO FORZATO, E PRESTO ANCHE LA SECONDA CONOSCERA' LA FINE
le stragi in cui morirono i giudici Falcone e Borsellino, mi
scioccarono, ed ancora oggi ricordandole mi torna quel profondo
sentimento di odio nei confronti della mafia "camorra, ndrangheta, cosa
nostra" , un organizzazione terroristica, che ancora oggi uccide,
distrugge l'economia, in calabria porta gli imprenditori
all'esasperazione, ... si infiltra nelle amministrazioni e negli enti
locali... come è successo a reggio ed in altre comuni in calabria. una
mafia che ha ucciso anche quì, il caso del giudice antonino scopelliti,
.... la mafia è come un mostro a sette teste... se una testa si infila
nella politica, l'altra è capace di infilarsi negli appalti,
nell'edilizia... fino ad allargare il suo raggio di influenza, di
controllo delle attività illecite nel territorio
mettendo da
parte queste vicende, ciò che mi preme sapere. è il coinvolgimento di
berlusconi e dell'utri nelle stragi del 92 falcone e borsellino, e
quelle del 93 firenze roma, e milano, e come mai poi le bombe si sono
interrotte, ma preme anche sapere delle la trattative dirette di
toto' riina con i due che ho menzionato sopra, la nascita di forza
italia. nella mente del boss c'era anche un progetto politico, chiamato
cosa nuova, o lega sud... per entrare in politica... e fare i suoi
interessi in parlamento. come se non bastasse che nello stato c'erano i
servizi deviati, tipo quelli del sisde, che anzichè fare indagini per
conto dello stato le depistavano. gente chiaramente dalla coscienza
sporca
C’è un punto fermo: per i fatti più gravi che hanno
segnato quel periodo – le stragi del 1992 in cui sono morti Giovanni
Falcone, Paolo Borsellino e le loro scorte; e le tre stragi del 1993 a
Firenze, Milano e Roma – sono stati condannati come esecutori e mandanti
gli uomini di Cosa nostra. Ma chi ha indagato per anni sulla
transizione del 1992-93 ha formulato un’ipotesi a: Cosa nostra da sola
ha progettato e realizzato lestragi; e un’ipotesi b: vi sono altre forze
dietro quella strategia, esistono «mandanti a volto coperto» o comunque
altre entità che avevanointeressi convergenti con quelli di Cosa
nostra. L’ipotesi b, inevitabilmente, preso atto dei racconti arrivati
da chi havissuto quella stagione all’interno di Cosa nostra, è diventata
ipotesi B: B come Berlusconi. Silvio Berlusconi, con Marcello
Dell’Utri, è stato indagato nelle inchieste sui «mandanti a volto
coperto» ed è di fatto tuttora indagato (malgrado la sua propaganda dica
di no) a Palermo e a Firenze. Ecco dunque la storia di quegli anni, i
fatti accertati, le questioni irrisolte. Raccontiamolo come il plot di
un grande thriller. Senza certezze, ma con molti fatti inquietanti.
Nel febbraio 1992 uno sconosciuto magistrato della Procura di Milano,
Antonio Di Pietro, avvia una inchiesta sulla corruzione politica, a
cuidà il nome di Mani pulite. Dopo qualche mese, è una valanga. Per
episodi di corruzione sono posti sotto inchiesta centinaia di politici,
amministratori, imprenditori, i maggiori leader dei partiti, una decina
di ex ministri della Repubblica, quattro ex presidenti del Consiglio. Il
Parlamento è delegittimato da decine di avvisi di garanzia. L’intero
sistema dei partiti è scosso. In un paio di anni il volto della politica
italiana cambia completamente.
Cosa nostra che, compiuto
il salto di campo, ha cominciato a collaborare con lo Stato, la
Fininvest era tra questi soggetti. Aveva da lungo tempo un rapporto con
Cosa nostra: dagli anni in cui Vittorio Mangano si era installato ad
Arcore, a casa di Berlusconi. La Fininvest dava regolarmente dei soldi a
Cosa nostra, forse per la «protezione» delle antenne televisive in
Sicilia: una cifra attorno ai 200 milioni all’anno, secondo quanto
racconta Cancemi. Ma tra il 1990 e il 1991, quando Cosa nostra decide di
«cambiare pelle», Riina ordina a Cancemi di comunicare a Mangano che
deve farsi da parte: di Berlusconi vuole occuparsi personalmente.
Cancemi esegue: «Incontrando a Vittorio Mangano ci dissi: (...)
Vittorio, senti qua, tu mi devi fare una cortesia, senza che mi fai
nessuna domanda, mi devi fare una cortesia: tu questi persone,
Berlusconi, Dell’Utri, li devi lasciare stare, che Salvatore Riina se
l’ha messo nelle mani lui, perchémi disse che è un bene per tutta Cosa
nostra, quindi non mi fare altre domande, non mi dire niente
la
Fininvest era interessata a fare affari nel centro storico di Palermo.
Racconta Cancemi: «Riina mi ha mandato a chiamare e mi disse che c’era
la Fininvest, appunto di Berlusconi, Dell’Utri, che era interessata a
comprare tutta la zona vecchia di Palermo. Ioc’ho detto: Va bene». Dagli
affari è facile passare alla politica: «Quindi, io vi posso dire queste
cose che io ho vissuto direttamente; vi posso dire che il Riina
Salvatore a me mi diceva che lui si incontrava, si... con queste
persone. Questo, diciamo, quello che... quello che ho capito io e quello
che ho vissuto io direttamente, che Riina, diciamo, aveva queste
persone nelle mani (...).Lui parlava sempre di queste cose. ’Nfino un
qualche quindici giorni prima di... che l’arrestassero. (...)
L’obiettivi erano di fare, appunto, modificare delle leggi e di fare
cambiare questa legge sui pentiti (...) C’erano altre cose pure di... il
41 bis. Insomma, si parlava di tutte queste cose, diciamo, che lui
stava portando avanti. (...) Quando si andava nell’argomento di cambiare
queste cose, queste regole, specialmente sui pentiti, sul 41 bis e
tutte queste cose, lui tirava in mezzo queste persone, diceva: Noi
queste persone li dobbiamo garantire, queste persone ci dobbiamo stare
vicino, che questi sono quelli che a noi ci devono portare del bene».
Dell’Utri, intanto, sta già pensando alla nascita di un nuovo partito.
Lo racconta Ezio Cartotto, politico democristiano che a metà degli anni
Ottanta teneva corsi di formazione per i manager di Publitalia,
l’azienda che raccoglieva pubblicità per le reti Fininvest: «Nel
maggio-giugno 1992 sono stato contattato da Marcello Dell’Utri perché lo
stesso voleva coinvolgermi in un progetto da lui caldeggiato. In
particolare Dell’Utri sosteneva la necessità che, di fronte al crollo
degli ordinari referenti politici del gruppo Fininvest, il gruppo stesso
entrasse in politica per evitare che una affermazione delle sinistre
potesse portare prima a un ostracismo e poi a gravi difficoltà per il
gruppo Berlusconi». Forza Italia uscirà allo scoperto solo nel 1994, ma
Dell’Utri era al lavoro, sotterraneamente, già dalla primavera 1992, per
vincere prima di tutto l’opposizione al progetto-partito interna alla
Fininvest (tra gli oppositori, Maurizio Costanzo).
CAPITE UN
PO'? LEGGETE IL TESTO INTEGRALE GIU'... IO QUESTO QUI' L'HO INTEGRATO
CON MIE OPINIONI, MA LEGGENDO TUTTO CI SI FA UNA MIGLIORE IDEA. DI
QUANTO E' SUCCESSO IN ITALIA NEGLI ULTIMI 20 ANNI
http://www.lavalledelleco.net/t1520-il-legame-tra-berlusconi-e-le-stragi-di-falcone-e-borsellino
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