Spiagge, edifici, autostrade e aeroporti: canoni sotto prezzo di
mercato e contenziosi interminabili Lo sfruttamento delle bellezze
artistiche e culturali produce solo 86 milioni di euro La Patrimonio Spa
dedicherà i primi sei mesi della sua attività a fare l' inventario
ROMA - Il paradosso sta in questi numeri: l' Italia ha più di 8 mila
chilometri di coste ma le concessioni che i privati pagano per
utilizzare il demanio marittimo frutta alle casse dello Stato solo 209
milioni di euro cioè circa 400 miliardi di vecchie lire all' anno. Com' è
possibile? Semplice. Mentre il caro-ombrellone fa discutere, chi ha in
concessione un pezzo di spiaggia paga all' Erario da un minimo di 72
centesimi euro a un massimo di 1,86 euro al metro quadrato per l' intera
stagione. Anche se può sembrare assurdo, questa è la tariffa stabilita
per legge, che varia secondo il livello dell' arenile. SPIAGGE
D' ORO - Gli esperti del ministero dell' Economia che stanno preparando
l' esordio della nuova società Patrimonio Spa, incaricata di valorizzare
le proprietà statali, hanno fatto un semplice conto: considerando che
un ombrellone copre mediamente 4 metri quadrati e che per il suo affitto
un gestore chiede da un minimo di 1000 euro a un massimo di 4 mila euro
si può concludere che la concessione incide per lo 0,045% dei ricavi
nel caso minimo e per lo 0,07% in quello massimo. Che dire poi degli
stabilimenti che chiedono cifre ancora più alte di quelle ipotizzate dai
collaboratori del ministro Giulio Tremonti? Al Twiga di Forte di Marmi,
gioiello marittimo di Flavio Briatore e Paolo Brosio l' abbonamento
mensile si aggira intorno alle 2.500 euro. E non ci sarebbe da stupirsi
se il manager della Renault di Formula Uno, dopo la Versilia, puntasse
ora a Fregene, la spiaggia dei vip della capitale, per la costruzione di
eleganti chioschi bar in riva al mare. Ma il Twiga, che sicuramente
paga allo Stato la tariffa più elevata, è davvero in buona compagnia: il
bagno Piero, ancora a Forte dei Marmi, la Canzone del Mare a Capri, le
Dune e Saporetti a Sabaudia, il Mastino a Fregene, l' Ultima spiaggia a
Capalbio e tanti altri stabilimenti da Portofino a Taormina non sono da
meno. STATO SPRECONE - Ma quello delle spiagge non è l' unico
caso di «magnanimità» dello Stato. Dai conti in possesso al ministero
dell' Economia emerge per esempio che le concessionarie autostradali
versano all' Erario l' 1% dei loro ricavi: nel 2001 i proventi relativi
ai «trasporti in concessione» sono stati pari a 194 milioni di euro. Ma
al confronto l' incasso delle concessioni aeroportuali e per il traffico
aereo fa addirittura ridere: 15 milioni di euro. I musei, le
biblioteche e gli archivi hanno fruttato ancora meno: 10 milioni di
euro. Mentre lo sfruttamento «bellezze artistiche e culturali» (c' è
scritto proprio così) ha reso 86 milioni di euro. E siamo in Italia,
dove ci sarebbe, secondo gli esperti, il 70% del patrimonio artistico
mondiale. Il gettito prodotto dall' utilizzo dei beni dello Stato, che
comprende anche le vendite di titoli e immobili, i redditi da capitale,
il canone Rai e la vendita dei beni prodotti dai carcerati (6 milioni di
euro di incassi) non raggiunge i 34 miliardi di euro. LA
CARICA DEGLI ABUSIVI - E se lo Stato si accontenta davvero di poco, non
sa neanche bene cosa possiede. Il rendiconto pubblico registra solo un
terzo del patrimonio e degli immobili posseduti che rappresentano meno
della metà dell' intera ricchezza, circa 7 mila sono occupati
abusivamente mentre di quasi 14 mila e 500 non si sa che fine abbiano
fatto e chi li utilizzi. Ma non basta: non esiste un elenco delle
concessioni, che pure sono pubbliche mentre esiste una massa indivisa di
300 miliardi di crediti di cui solo la metà individuabili ed esigibili.
Insomma gli sprechi sono tanti e non c' è da stupirsi che la Patrimonio
Spa dedicherà i primi sei mesi della sua attività a fare l' inventario
assieme all' Agenzia del demanio. E non sarà facile. SENZA
CARTE - L' esempio è significativo: nel marzo del 2000 il governo allora
presieduto da Giuliano Amato aveva individuato sulla base del lavoro
della commissione di Giacomo Vaciago, un elenco di 120 tra immobili e
terreni da poter vendere. Ma non si potè procedere perché la maggior
parte dei beni, che pure erano stati selezionati, non era in regola
(rendita catastale, contenziosi, documentazione inesistente) per la
cessione. Si scoprì, tanto per fare un caso, che lo Stadio Olimpico di
Roma, del complesso del Foro Italico giudicato vendibile, non era stato
neanche iscritto nel catasto. In pratica non esisteva. E si constatò che
la sede dell' ostello della gioventù gestito dal Coni, che fa parte
dello stesso complesso, al piano terra era infiltrato dalle acque del
Tevere. Poi l' elenco è stato rivisto da un gruppo di valutatori Kpmg,
Lazard, Fintecna e Pirelli Real Estate e sul tavolo dei collaboratori di
Tremonti è arrivata una lista «scremata», composta di soli 29 immobili.
Sarebbero i più facili da cedere. Se non fosse che molti sono occupati
illegittimamente. E gli altri hanno diversi problemi. Fra i nomi
spiccano quelli di palazzo Blumenstihl al centro di Roma, sul quale
ancora pende il contenzioso sugli affitti eccellenti il cui scandalo
occupò le cronache di dieci anni fa. Oppure quello del cinema Nuovo
Sacher, gestito dal regista Nanni Moretti (non si capisce bene quanto in
accordo con il ministero dell' Economia), visto che la relativa scheda
riferisce dell' esistenza di «impegni non chiari con gli occupanti». O
infine quello di numerosi stabili milanesi adibiti da Telecom Italia a
centrali telefoniche ma anche questi con relativo contenzioso. Da
segnalare che la società telefonica paga circa 385 mila euro l' anno per
i cinque piani del palazzo di viale Lazio, a Milano, con una
concessione che scade nel 2018. Significativo è ancora il caso dell'
ex campo di volo di Taliedo alla periferia di Milano, un' area
degradata di circa 168 mila metri quadrati per la maggior parte occupata
abusivamente e per il resto affittata al Circolo ricreativo Sporting
Milano (circa 12 mila euro per 27 mila 200 metri quadrati) e a una
stazione di rifornimento Ip (circa 10 mila euro di concessione). Infine i
palazzi settecenteschi Birago e Facta ad Agliè, in provincia di Torino:
non ci sono abusivi ma i due immobili storici che assieme hanno una
superficie superiore a 5.300 metri quadri sono in stato di totale
abbandono rispettivamente dal 1985 e dal 1975. L' elenco degli
sprechi non risparmia le carceri, come dimostra il caso di Regina Coeli
di Roma. Né, soprattutto, i terreni: lo Stato possiede 49,3 miliardi di
metri quadri, cioè un' area grande cone la Sardegna e la Sicilia
assieme. I terreni agricoli sono per il 70% privi di valore
significativo di mercato mentre quelli dotati di infrastrutture come
strade autostrade, porti, stazioni aeroporti, caserme, acquedotti e
miniere sono, per gli esperti, niente affatto redditizi. Stefania
Tamburello LE TAPPE DELLA VICENDA APPROVAZIONE L'
ok del Senato Giovedì scorso il Senato ha approvato in via
definitiva il decreto «salva-deficit» destinata a migliorare i conti
pubblici di circa 730 milioni di euro in tre anni COS' E' Legge
salva-deficit La legge «salva-deficit» prevede, tra l' altro, la
creazione di due società: Patrimonio Spa e Infrastrutture Spa per
ricavare un reddito dai beni dello Stato e favorire il finanziamento di
opere pubbliche IL DEBITO 1.300 miliardi Il debito pubblico
in termini assoluti è di oltre 1.300 miliardi di euro (109,4% del
Prodotto interno lordo). Con questa legge lo Stato conta di limitare l'
aumento del debito pubblico IL QUIRINALE L' appello di Ciampi
Il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi sabato scorso ha
promulgato la legge, ma ha anche scritto al premier Berlusconi chiedendo
di «introdurre norme correttive» per garantire la più ampia tutela dei
beni pubblici, in primo luogo quelli culturali e ambientali
ALIENABILI E NON Beni immobili Il valore del patrimonio
immobiliare pubblico è di circa 805 miliardi di euro. Si considerano
beni pubblici quelli dei ministeri, di aziende o enti (Anas, Fs, Poste,
Aci, Istat, Coni, Enea, Cnr, Cri, Ice, Cassa depositi e prestiti). Ma
anche i beni delle amministrazioni locali e degli enti di previdenza
LE DIFFERENZE In vendita Non sono alienabili i beni artistici,
monumentali e ambientali. Sono invece cedibili i beni che sono nella
piena disponibilità delle amministrazioni 209 Milioni di euro
(circa 400 miliardi di vecchie lire): è il reddito statale 2001 da
«tasse, diritti marittimi e proventi per occupazione di aree demaniali
marittime» 33.749 Milioni di euro. E' il totale delle principali
entrate dello Stato riferite al 2001, inclusi i dividendi distribuiti
alle imprese controllate dal ministero dell' Economia 5.544 Milioni di
euro. In questo caso, si tratta di redditi 2001 derivanti da
alienazione e ammortamento di beni patrimoniali e riscossione di crediti
15 Milioni di euro. Sono i proventi del Demanio riferiti al 2001.
L' Agenzia del Demanio gestisce il patrimonio immobiliare dello Stato
86 Milioni di euro: redditi 2001 derivanti da «bellezze artistiche
e culturali». Proventi da vendita di immobili e altri cespiti: 250
milioni di euro
Si chiude una giornata che ha creato ancora una volta false illusioni - per gli italiani e per i mercati. Ma come tutte le farse berlusconiane, era solo una bufala. Domani, la realtà del Paese, delle istituzioni nazionali, europee e internazionali, di tutte le categorie professionali, sarà ancora una e una sola: il governo non ha più la fiducia di nessuno.