E’ possibile che, dopo lo sfacelo della Regione Lazio, il Pdl si decida a far uscire la legge sulla corruzione dal binario morto sul quale l’aveva abbandonata. Tanto, confessano ai giornalisti i parlamentari di quel partito, per loro cambierà ben poco.Purtroppo hanno ragione. Gli scandali che sono già scoppiati e quelli che probabilmente arriveranno dicono che sarebbe urgentissimo varare norme drastiche contro la corruzione, il peculato e l’appropriazione indebita di denaro pubblico, senza perdere un secondo in più. Il governo, che se fosse davvero tecnico sarebbe il più adeguato a fare una legge vera senza guardare in faccia a nessuno, fatica persino a far passare questi pannicelli caldi. Noi dell’Italia dei Valori lo diciamo da quando la legge è stata approvata alla Camera, e non ci stancheremo di ripeterlo ovunque, in Parlamento e nel Paese. Una legge che non tiene conto della dazione
ambientale non è sufficiente. Ma questi pensano davvero che la concussione richieda minacce esplicite e che non si basi invece su mezze parole, sul far capire, su allusioni apparentemente vaghe e in realtà chiarissime per i diretti interessati? Allo stesso modo, servirà a ben poco ripulire questa o quella topaia infetta se non si mette mano all’origine dell’infezione che è il finanziamento pubblico ai partiti. Se le nuove norme sulla corruzione attualmente in vaglio, seppure necessarie, non sono sufficienti, quelle in vigore sul finanziamento ai partiti e ai gruppi sono addirittura dannose e controproducenti.
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