IL CASO
Insulti a Napolitano e Monti
per Bossi denunce in 10 città
Il senatur rivolse parole offensive al capo dello Stato e al premier in occasione di una kermesse
in provincia di Bergamo. Le querele presentate dai cittadini contemporaneamente in tutta Italia
di PAOLO BERIZZI
MILANO - Il gesto delle corna per
Giorgio Napolitano, apostrofato con la garbata definizione di terùn.
Poi, sull'onda del coro dei militanti padani ("Monti vai a fare in
c..."), una dedica raffinata anche al presidente del consiglio Mario
Monti ("e magari gli piace, c...""). Era la sera del 29 dicembre e nel
gelo della kermesse leghista Berghem frecc di Albino (Bergamo), per
scaldare il popolo verde Umberto Bossi, di fronte alle telecamere, si
era esibito in un comizio parecchio disinvolto. Quelle offese rivolte al capo dello Stato e al premier, però, potrebbero costargli care. Decine di cittadini italiani lo hanno denunciato per vilipendio al capo dello Stato e offese alle cariche istituzionali. La querela contro il segretario federale del Carroccio sarà depositata in dieci città: Verona (capofila), Vicenza, Bassano, Bergamo, Brescia, Trento, Milano, Roma, Napoli, Bari.
Una specie di class action politica - con una raccolta di firme geograficamente trasversale - in nome del rispetto e dell'onorabilità delle istituzioni. Il Senatore della Repubblbica ed ex ministro delle Riforme, Bossi - si legge nella denuncia - "ha proferito frasi e rivolto gesti di una gravità inaudita allIndirizzo delle più alte cariche dello Stato nonché dell'intera comunità nazionale" (per via della insulto "terùn"). "Usciamo dall''Italia andiamocene via" aveva esordito il Senatùr al raduno di Albino. Fino a quel "mandiamo un saluto al Presidente della Repubblica "(facendo con la mano destra il gesto delle corna) . "D'altra parte nomen Oman... - aveva continuato - Si chiama napoletano... Oh no! Non sapevo che l'era un terùn".
Secondo gli autori della denuncia non si è trattato di goliardia ma di un "attacco sovversivo contro l'Unità d'Italia e i suoi organi costituzionali". I reati che si potrebbero prefigurare sono sovversione, vilipendio della Repubblica, delle istituzioni, nonché il reato di offesa all'Onore e al prestigio del presidente della Repubblica e vilipendio della nazione. L'iniziativa civile è partita da Verona, dove sono state raccolte le prime firme e presentate in Procura dagli avvocati. Il passaparola si è poi sparso nelle altre città.
La Procura competente - quella insomma che dovrà gestire il fascicolo sulle esternazioni di Bossi - è Bergamo: visto che gli eventuali reati, qualora dovessero essere accertati, si sono consumati a Albino, in Val Seriana, nella Bergamasca. Roccaforte leghista (la Provincia è guidata dal lumbard Ettore Pirovano), a Bergamo c'è stato però anche chi, e sono decine, non ha per niente gradito l'esuberanza anti italiana del leader della Lega, e il disprezzo dimostrato verso le istituzioni. Anche a Bergamo, come nelle altre città, le firme in calce sulla denuncia sono di cittadini comuni, estrazione sociale e appartenenza politica assortita, anche diversi immigrati.
(19 gennaio 2012)
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