Ormai persino i fedelissimi del presidente del Consiglio gli dicono che è arrivata l'ora di andarsene. Si dice però che lui abbia chiesto di rimandare la decisione perché prima vuole parlare con tutti i dissidenti per “convincerli” a votare ancora a favore di un governo cadavere.
A buon intenditor poche parole. Quando il presidente del consiglio dice “convincere” si legge “comprare”. Vuol dire che nelle prossime ore assisteremo di nuovo all'indecoroso spettacolo di un Parlamento ridotto a suk, dove le quotazioni dei voti comprati saliranno di ora in ora e quelle della nostra economia scenderanno con velocità direttamente proporzionale.
Non so come andrà a finire e se stavolta qualcuno dei deputati della maggioranza avrà la dignità e il buon senso di mettere la parola fine a questa agonia. Non so se dovremo ancora sopportare la vergogna di un presidente del Consiglio che mentre il Paese soffre ripete che non c'è nessuna crisi e che gli italiani vanno tutte le sere al ristorante! Non so dovremo ancora vergognarci di leggere titoli come quello del Financial Times che, rivolto a Berlusconi, lo supplica: “In nome di Dio e dell’Italia, vattene”.
Però so che non si può più accettare che le crisi, invece che politicamente e nell'aula del Parlamento, si affrontino col portafoglio in mano nei corridoi di Montecitorio.
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