Nessun festeggiamento per i lavoratori FIAT
E fu' cosi' che il signor marchionne, la messo di nuovo al didietro dei poveri lavoratori di termini imerese, è successo lo stesso identico caso dell' l'asino di Buridano, quell'asino asino affamato, assetato è accovacciato, esattamente tra due mucchi di fieno, con vicino a ognuno, un secchio d'acqua, ma non c'è niente che lo determini ad andare da una parte piuttosto che dall'altra. Perciò, rest...a fermo e muore di fame. la stessa cosa che capiterà a chi si è spaccato la schiena a termini imerese, chi è andato fuori è andato fuori, non si sa se prenderanno cassa integrazione, chi è rimasto dentro rimane fino alla pensione con 460 € al mese. si prosegue sulla scia del piduista berlusconi, e del ministro romani. bene benissimo... dobbiamo fermarli a questi che vogliono sfasciare l'industria italiana, prima che sia troppo tardi...
Non c'è proprio niente da festeggiare nell'accordo raggiunto ieri sulla chiusura di Termini Imerese. Stiamo parlando di un funerale, non di un lieto evento. Bisognerebbe piangere e chiedere conto di questo disastro, non brindare.
Capisco che i sindacati, anche la Fiom, abbiano dovuto firmare l'accordo perché i lavoratori, abbandonati da tutti, possano almeno essere accompagnati alla pensione. Ma non possiamo fare finta che questo risultato sia positivo per qualcuno, a parte Marchionne e gli azionisti Fiat.
Certo non possono festeggiare i 640 lavoratori che di qui alla pensione, tra sei anni, dovranno cavarsela con circa 460 euro al mese. Poteva andargli pure peggio, ma questa non è una grande consolazione né un modello innovativo di politica sociale e industriale.
Temo che avranno poco da fare festa anche gli operai che resteranno in fabbrica, assunti dalla Dr Motor della famiglia Di Risio, quella presentata dal ministro dello Sviluppo economico che dovrebbe rilevare lo stabilimento. De Risio, che io come molisano conosco bene, non sta pagando da mesi i suoi dipendenti e non vorremmo che fosse di nuovo una di quelle fregature ai danni dei lavoratori che tante volte abbiamo visto in questi ultimi anni.
Meno di tutti può festeggiare l'Italia, che vede la sua principale azienda privata sganciarsi e alzare i tacchi dopo aver spremuto come un limone lo Stato, senza che nessun governo, né quello precedente né questo, abbiamo mosso o muovano un dito per impedirlo.
La Fiat sta chiudendo stabilimenti uno dopo l'altro per spostarli dove gli conviene: in Polonia la Ypsilon che doveva essere prodotta a Termini Imerese, in Canada la Thema che il governo italiano dovrà comprare, la Irisbus di Avellino e la CNH di Imola hanno già chiuso, la Maserati di Modena seguirà prestissimo. Di nuovi modelli non se ne vedono. Marchionne riesce a riempire le tasche sue e degli azionisti in tutti i modi tranne quello giusto: produrre macchine che funzionano e riuscire a venderle.
Noi dell'Italia dei Valori rispetteremo il voto dei lavoratori di Termini Imerese, ma insisteremo per sapere quali inconfessabili accordi ci siano stati ieri.
Da questo governo ci aspettiamo che rialzi la testa, difenda gli asset produttivi italiani, impedisca la prosecuzione di questa macelleria sociale, restituisca dignità e demcorazia al lavoro e ai lavoratori. Non che prosegua sulla china di Berlusconi e dell'ex ministro Romani
Capisco che i sindacati, anche la Fiom, abbiano dovuto firmare l'accordo perché i lavoratori, abbandonati da tutti, possano almeno essere accompagnati alla pensione. Ma non possiamo fare finta che questo risultato sia positivo per qualcuno, a parte Marchionne e gli azionisti Fiat.
Certo non possono festeggiare i 640 lavoratori che di qui alla pensione, tra sei anni, dovranno cavarsela con circa 460 euro al mese. Poteva andargli pure peggio, ma questa non è una grande consolazione né un modello innovativo di politica sociale e industriale.
Temo che avranno poco da fare festa anche gli operai che resteranno in fabbrica, assunti dalla Dr Motor della famiglia Di Risio, quella presentata dal ministro dello Sviluppo economico che dovrebbe rilevare lo stabilimento. De Risio, che io come molisano conosco bene, non sta pagando da mesi i suoi dipendenti e non vorremmo che fosse di nuovo una di quelle fregature ai danni dei lavoratori che tante volte abbiamo visto in questi ultimi anni.
Meno di tutti può festeggiare l'Italia, che vede la sua principale azienda privata sganciarsi e alzare i tacchi dopo aver spremuto come un limone lo Stato, senza che nessun governo, né quello precedente né questo, abbiamo mosso o muovano un dito per impedirlo.
La Fiat sta chiudendo stabilimenti uno dopo l'altro per spostarli dove gli conviene: in Polonia la Ypsilon che doveva essere prodotta a Termini Imerese, in Canada la Thema che il governo italiano dovrà comprare, la Irisbus di Avellino e la CNH di Imola hanno già chiuso, la Maserati di Modena seguirà prestissimo. Di nuovi modelli non se ne vedono. Marchionne riesce a riempire le tasche sue e degli azionisti in tutti i modi tranne quello giusto: produrre macchine che funzionano e riuscire a venderle.
Noi dell'Italia dei Valori rispetteremo il voto dei lavoratori di Termini Imerese, ma insisteremo per sapere quali inconfessabili accordi ci siano stati ieri.
Da questo governo ci aspettiamo che rialzi la testa, difenda gli asset produttivi italiani, impedisca la prosecuzione di questa macelleria sociale, restituisca dignità e demcorazia al lavoro e ai lavoratori. Non che prosegua sulla china di Berlusconi e dell'ex ministro Romani
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