'Ndrangheta - Processo Paparo, riflettori puntati sugli appalti nei grandi supermercati
da il giorno
di STEFANIA TOTARO
ANCORA gli appalti di facchinaggio al centro dell’udienza di ieri di ripresa del processo al Tribunale di Monza che vede imputati a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso, detenzione e porto illegale di armi, lesioni aggravate, estorsione e favoreggiamento 14 persone. Primo tra tutti Marcello Paparo, 45 anni, domiciliato a Brugherio, ritenuto dagli inquirenti il boss della n’drina dei Paparo di Isola di Capo Rizzuto.
DAVANTI ai giudici è stato convocato D.G., il responsabile dell’ufficio legale della catena di supermercati Sma, che si è costituita parte civile al processo. «Dopo avere appreso degli arresti nel marzo 2009 abbiamo deciso la risoluzione del contratto di appalto per il movimento merci al deposito di Segrate con il Consorzio Itaka di Brugherio di Marcello Paparo e della cooperativa Work in Progress di Salvatore Paparo che aveva il subappalto - ha dichiarato il testimone -. Si è ritenuto che dai fatti emersi sussistesse una violazione delle norme etiche del contratto. Dovendo garantire la continuità delle operazioni abbiamo firmato un altro appalto con il Consorzio logistico europeo. Ma dal 20 al 24 marzo il deposito di Segrate è stato bloccato dai dipendenti del Consorzio Itaka che impedivano l’ingresso e l’uscita dei camion. Abbiamo dovuto rifornirci in altri magazzini lontani e sicuramente c’è stata una difficoltà nel rifornire regolarmente i supermercati. Si è reso necessario l’intervento delle forze dell’ordine per forzare il blocco. Sono state poi adottate misure di vigilanza in tutte le sedi in maniera straordinaria perchè la situazione destava una certa preoccupazione. La mancanza di evasione degli ordini ha comportato una forte diminuzione delle vendite, anche perchè era il periodo pasquale e un altro danno economico per la Sma è stato rappresentato dal fatto che 4 o 5 dipendenti sono stati trasferiti dal deposito di Segrate». Secondo l’accusa, rappresentata in aula da un pubblico ministero della Dda di Milano, la presunta organizzazione di stampo mafioso dei Paparo avrebbe agito anche in Brianza e nell’hinterland milanese allo scopo di insinuarsi nei grossi appalti di facchinaggio e trasporto in catene di supermercati, da un lato, con il Consorzio di cooperative Itaka di Brugherio e di grossi subappalti in nero di movimento Velocità delle Ferrovie dello Stato con la P&P di Cernusco sul Naviglio, in barba alle normative antimafia sugli appalti.
ACCUSE assolutamente negate dagli imputati, che sostengono di avere ottenuto e dato lavoro in modo assolutamente lecito. Dopo l’udienza di ieri il processo si ferma per la pausa estiva e riprenderà il 22 settembre.
’NDRANGHETA
Spuntano legami con la maxinchiesta
Nell’udienza di ieri si è appreso che Alessandro Manno e il cugino Cosimo Maiolo, appena arrestati nell’ultima operazione contro la ‘ndrangheta, erano stati mandati da Luigi Ravanelli, ex presidente della coop. di facchinaggio per l’Esselunga RAD, a «convincere» senza risultato il vicepresidente Giovanni Apollonio ad associarsi al Consorzio Itaka.
S.T.
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SI VERGOGNASSE QUESTA GENTE....PER NDRANGHETISTI MAFIOSI E CAMORRISTI C'E' SOLO UN POSTO LA GALERA...QUESTA GENTE ROVINA L'IMMAGINE DELL'ITALIA NEL MONDO VA TOLTA DI MEZZO
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